Leicester? Un caso di Teamwork

Leicester? Un caso di Teamwork

Vincere di squadra. L’esempio del Leicester City Football Club.
Negli sport di squadra affermare che i successi e le vittorie sono il frutto di un buon teamwork (lavoro di squadra) può sembrare una banalità, ma nel caso dell’inaspettata vittoria della Premier League da parte del Leicester, questa appare più che altro l’unica spiegazione ammissibile.
Riepiloghiamo brevemente questa incredibile storia: il Leicester City, squadra di calcio dell’omologa cittadina inglese, partecipa al massimo campionato britannico e inizia la stagione con l’obiettivo dichiarato di evitare la retrocessione. Gli investimenti del club per l’acquisto di giocatori sono contenuti e sfigurano se messi al confronto di quelli dei club più ricchi. Lo scetticismo nei confronti dei “foxes” (volpi, così vengono chiamati in Gran Bretagna i giocatori del club) aumenta dopo la decisione di affidare la squadra a Ranieri, tecnico italiano navigato con qualche vittoria in carriera, ma che non lasciò il segno nella sua precedente esperienza inglese alla guida del Chelsea. I bookmakers inglesi pagano la vittoria finale del Leicester cinquemila a uno, il che equivale a scommettere su un evento quasi impossibile. Fatte queste premesse possiamo ora dire che il finale della storia ha avuto dell’incredibile: il Leicester ha vinto la Premier League, conquistando il titolo con tre giornate d’anticipo.
La domanda che tutti si fanno è: “Come è stato possibile?”. Le risposte abbozzate sono state molte, ma di certo il Leicester ha dato dimostrazione che un eccellente teamwork può condurre una squadra mediocre a risultati inimmaginabili. Ecco alcuni comportamenti cha hanno contribuito al successo del Leicester.

La squadra viene prima del singolo. L’esplosione ad alti livelli dei due maggiori realizzatori della squadra, Vardy e Mahrez, non può che essere una risposta parziale. Spesso infatti squadre di metà di classifica fanno brillare talentuosi attaccanti da venti reti a stagione, ma non per questo riescono nell’impresa di festeggiare la conquista del campionato a fine stagione. In realtà i giocatori del Leicester apprezzati dal pubblico e dai media sono stati anche altri. Dalla coppia di centrocampisti tutta corsa e tackle composta da Kantè e Drinkwater, al portiere e figlio d’arte Kasper Schmeichel sempre protetto dai quattro difensori Simpson, Morgan, Huth e Fuchs. E poi i trequartisti Ulloa e Okazaki e l’ala Albrighton. Tutti hanno contribuito alla vittoria mettendo la squadra prima di tutto e sacrificandosi nel lavoro sporco accantonando glorie e onori personali. La squadra di Ranieri è riuscita a concludere in testa uno dei campionati più duri del mondo, tutto questo occupando gli ultimi posti delle statistiche relative al numero di passaggi completati ed alla percentuale di possesso palla. Le armi con cui il Leicester ha vinto la Premier sono state altre e tutte richiedono sacrificio ed abnegazione: il Leicester è infatti primo per tackle vinti ad incontro e primo per palloni rubati agli avversari.

Rispettare i ruoli. Ciascuno dei giocatori del Leicester è stato apprezzato per il ruolo interpretato in campo. Kanté è stato la sorpresa del campionato ed uno dei giocatori più acclamati dell’intera Premier League. Tutto questo segnando “appena” cinque gol in un’intera stagione. I suoi compiti erano altri: contrastare il centrocampo avversario, aiutare la difesa nelle chiusure, recuperare palloni ed impostare l’azione per l’attacco del Leicester. In questo è stato uno dei migliori dell’intero campionato. Stesso discorso vale per Drinkwater. Portiere e difesa si sono concentrati in quello che sanno fare meglio ed assieme al resto dei centrocampisti hanno cercato di assistere i due giocatori più talentuosi che hanno avuto l’onore, ma soprattutto l’onere di concretizzare il lavoro dei compagni e trasformarlo in gol preziosi e vittorie. Punto cardine del teamwork è l’individuazione dei ruoli ed il rispetto dei limiti che essi impongono; nelle organizzazioni di successo non sono tutti a fare tutto, ma vige l’ordine ed il rispetto per il proprio ruolo. In questo il Leicester è stato un eccellente interprete. In anni in cui la vocazione al calcio totale giustifica e nasconde una confusione totale, la tattica semplice ma concreta di Ranieri ha portato undici buoni giocatori ad un traguardo che quest’anno è stato precluso a campionissimi dal tocco di palla vellutato.

Fame (chiamala se vuoi, motivazione). Gli esempi di squadre che hanno raggiunto il vertice della classifica nelle prime giornate di campionato sono molti. I più bravi sono poi riusciti ad arrivare nelle prime posizioni al giro di boa di metà campionato. Ma arrivare in testa alla classifica alla fine di un campionato lungo e difficile come la Premier non è cosa da tutti. Il Leicester ce l’ha fatta anche perché i suoi giocatori avevano “fame” di vittorie. Il Leicester è composto di giocatori non più giovanissimi, ma che non hanno mai sfondato. Hanno avuto alle spalle diverse stagioni di calcio giocato, ma solo nel corso di questa stagione si sono trovati di fronte ad un’occasione per molti di loro irripetibile. E se l’appetito vien mangiando, le vittorie e la presa di coscienza che ce la potevano fare non ha fatto altro che aumentare l’appetito dei giocatori, che non si sono accontentati di fare soltanto un buon campionato.

Ranieri, leadership al servizio della squadra. In tutte le organizzazioni serve una guida. Scegliere lo schema di gioco, impostare le partire e scegliere chi scenderà in campo, sono aspetti della gestione della squadra che vengono delegati all’allenatore. Il rapporto che si crea tra allenatore e giocatori è fondamentale al fine di remare tutti all’unisono e dalla stessa parte. Ranieri ha saputo conquistare il rispetto dei giocatori sin dall’inizio della sua avventura, coinvolgendo i giocatori più esperti nelle decisioni, ascoltando le loro opinioni e, soprattutto, senza stravolgere l’impianto di gioco della squadra, ma apportando soltanto alcune modifiche ritenute necessarie, come il passaggio alla difesa a quattro. Il gioco del Leicester è stato plasmato da Ranieri modellando lo schema sui giocatori che ha avuto a disposizione, senza imporre convinzioni e moduli di gioco con cui i giocatori non si sarebbero sentiti a proprio agio. Pretendere di ottenere ciò che un componente della squadra non può dare è solamente dannoso e crea malumore e frustrazione nel giocatore. E’ meglio insistere sui pregi e portarli a perfezione, per incrementare il contributo dato dalla squadra in ciascuna partita.

Fissare le pietre miliari e festeggiare i risultati intermedi. Quando la meta che si vuole raggiungere è lontana, è necessario identificare degli obiettivi intermedi da conquistare durante il percorso e festeggiarli una volta raggiunti. Il segreto dei grandi risultati è concentrarsi sulla vittoria di ogni singola partita, l’una dopo l’altra. E’ con questo passo che Ranieri ha gestito i suoi, non guardando alla classifica, ma preparando sempre la gara successiva. Ma mister Ranieri ha fatto di più. La cena a base di pizza offerta ai suoi giocatori per la prima partita vinta senza subire reti nasconde in sé esattamente questo principio: individuare un obiettivo da raggiungere per poter vincere (subire meno gol) ed incentivare i propri giocatori a raggiungere l’obiettivo mettendo in palio un premio, anche simbolico (una pizza offerta dall’allenatore). Ed infine festeggiare la conquista dell’obiettivo. La difesa del Leicester è stata una delle meno battute della Premier. L’aver raggiunto quel piccolo obiettivo è stato semplicemente il primo passo della lunga cavalcata. Ma mantenere la concentrazione a lungo non è facile, soprattutto quando arrivano le sconfitte pesanti che rischiano di lasciare il segno. Ranieri ha saputo gestire la situazione in modo fantasioso, ma efficace. All’indomani della brutta sconfitta in FA Cup maturata nei minuti di recupero c’era il rischio che i giocatori perdessero fiducia e si lasciassero influenzare da coloro che non credevano fosse possibile una loro vittoria. Ranieri, allora, ha concesso ai suoi una settimana di riposo, lontano dai campi di calcio per liberare la mente e depurarsi dal peso della sconfitta. Dopo quella vacanza il Leicester ha vinto sei delle sette partite successive.

La squadra è una questione di chimica. Con i giusti ingredienti ed un alchimista speciale, se non si possono trasformare le pietre in oro è pur sempre possibile trasformare una delle squadre sulla carta più scarse della lega nei campioni d’Inghilterra.

Articolo a cura di Change Project